“Me tengo recorda’ che sci’ renata” (devo ricordarmi la tua rinascita) del M° Camillo Berardi
NEWS FUORI REGIONE 4 ottobre 2020L’Aquila. Nel post terremoto de L’Aquila, il 14 novembre 2010 la nostra testata giornalistica pubblicò un articolo a firma di Nino Bellinvia con il canto “Me tengo recorda’ che sci’ renata” (devo ricordarmi la tua rinascita), dedicato alla città distrutta dal sisma, con l’augurio che L’Aquila potesse presto rinascere e tornare a volare.
A più di 11 anni dal sisma, molto è stato fatto ma molto deve essere ancora ricostruito, specialmente nel centro storico, dove molti edifici pericolanti devono essere ancora demoliti.
Tornando al canto “Me tengo recorda’ che sci’ renata”, diamo ora la possibilità ai nostri lettori di ascoltarlo cliccando il link riportato sotto
https://www.youtube.com/watch?v=ydygTTmDpAI
Il brano è eseguito dal Coro “Rajane Cante” di Raiano (AQ) diretto dal M° Alessia De Amicis.
Ed ecco l’articolo del nostro Nino Bellinvia.
MAGNIFICI DEL MONDO DELLE 7 NOTE
a cura di Nino Bellinvia
Torna a comporre il maestro aquilano Camillo Berardi.
Il 6 aprile 2009 il terribile terremoto abruzzese ha devastato la sua città di L’Aquila, suo padre è deceduto sotto le macerie e le tutte abitazioni che la sua famiglia possedeva nel centro storico cittadino sono state completamente distrutte. Dopo il sisma si trova ancora “confinato” sulla costa abruzzese, e, naturalmente, ha dovuto sospendere le attività artistiche di compositore e di direttore del suo gruppo corale. Ultimamente è tornato di nuovo a comporre. Sua ultima produzione è un canto aquilano ispirato alla città di “L’Aquila ferita dal sisma”, intitolato “Me tengo recorda’ che sci’ renata” (“Devo ricordarmi che sei rinata”), su testo in vernacolo di Giuliana Cicchetti Navarra, che riportiamo avanti congiuntamente allo spartito musicale. Ma chi è Camillo Berardi? Lo ricordiamo ai nostri lettori. E’ specializzato nell’esecuzione di brani folklorici abruzzesi, prevalentemente aquilani, dirige il gruppo corale “La Scerta” di L’Aquila e dintorni. Numerosi i canti popolari da lui composti nel rispetto della tradizione folklorica abruzzese. Con i suoi brani ha partecipato a numerosi Festivals Nazionali, risultando sempre tra i vincitori o finalista. Ha collaborato (e collabora) con valenti ed autorevoli poeti abruzzesi, calabresi, laziali e siciliani, musicando magistralmente i loro testi letterali. Molti suoi brani figurano in diversi canzonieri italiani ed in numerose raccolte che contengono i migliori ed i più noti canti popolari abruzzesi. Le sue composizioni sono eseguite da numerose compagini corali abruzzesi e di altre regioni. Con il gruppo corale da lui diretto ha partecipato a dirette televisive Mediaset. Fra l’altro, è autore delle musiche dell’“Inno del C.A.I. Aquilano” e dell’ “Inno degli Aquilotti del Gran Sasso”. Inoltre, con un suo componimento inedito, “Ma che e’ ‘stu scontentu”, ha vinto il 1° premio assoluto del prestigioso Concorso “Vern’Aprile 2006” riservato ad autori di canti dialettali abruzzesi. Due canti da lui musicati sono stati pubblicati sul cd “Sant’Agnese jugulata” (ved. foto copertina), già esaurito per il lusinghiero successo. Per richieste dei suoi brani e per eventuali altri contatti, si fornisce il recapito telefonico: 3397119511. Ci fa piacere riportare qui si seguito i versi di Giuliana Cicchetti Navarra della sua ultima composizione dedicata a “L’Aquila”, la sua città “dilaniata dal sisma. Il brano viene mandato in onda dall’emittente televisiva aquilana TVUno.
ME TENGO RECORDA’ CHE SCI’ RENATA
Versi di Giuliana CICCHETTI NAVARRA
Musica di CAMILLO BERARDI
L’Aquila a pezzi, tu, ‘na notte nera,
pare ‘nu sognu ma ‘ssa bbotta è vera
tutt’ è ruinatu ma tu sci’ la storia
‘na paggina da scrie pe’ lla memoria.
Chi s’è sarvatu mo’ te’ tanti strazzi
tra lle macerie ‘e chiese e de palazzi
la ggente che qua e là sta sbriricata
non vone cchiù vedette renfasciata!
Ju sole ch’è rrescitu mantoma’
m’ha fattu recorda’ com’eri bbella
ce vo’ ju tempu non sarrà ddoma’
ma tinghi rebbrilla’ come ‘na stella!
Non scroscia l’acqua cchiù da lle fundane
non sento de sonane le campane,
ju strusciu, ji quatrani e la cagnara
svejamme vojo da ‘sta notte amara.
Mo’ cchiù de prima ji’ te vojo bbene
fatte spari’ vurria tutte le pene
firita tu sarrài remarginata
me tengo recorda’ che sci’ renata!

